Salento - Guida Turistica

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Laghi Alimini.
  I due laghi sono collegati da un canale, ed Alimini Grande è collegato al mare da un altro canale, che taglia una spiaggia vasta ed una pineta a ridosso della spiaggia stessa. Nella zona è molto diffusa la macchia mediterranea. Costituiscono uno dei luoghi naturali più pregiati del Salento, con un ecosistema che ospita varie specie animali e vegetali e costituitscono una "Zona di Protezione Speciale" (ZPS), proposta come Sito di Importanza Comunitaria europeo (pSIC). Dall'ottobre 2006, la zona rientra nel Parco naturale regionale Costa d'Otranto Santa Maria di Leuca Bosco di Tricase. Tra i maggiori luoghi di pregio dell'oasi dei laghi Alimini, è da segnalare sulla costa la Baia dei Turchi. Selvaggia ed incontaminata, e raggiungibile solo a piedi, è il luogo dove, secondo la leggenda, sarebbero sbarcati i guerrieri turchi nell'ambito della battaglia di Otranto del XV secolo. Torre Guaceto è una riserva situata sulla costa adriatica dell'alto Salento, a pochi chilometri dai centri di Ostuni, Carovigno e San Vito dei Normanni e 27 da Brindisi.
  Le prime azioni a tutela di Torre Guaceto risalgono al 1970 quando la marchesa Luisa Romanazzi Carducci dalla sua entrata nel direttivo nazionale del WWF Italia, fece sì che l'associazione prendesse a cuore questo territorio. Sventati negli anni successivi ipotesi di realizzazione di una centrale nucleare e di una lottizzazione a fini turistici, il 18 maggio 1981 il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, visto il decreto del Presidente della Repubblica del 13 marzo 1976 recepente la convenzione internazionale di Ramsar del 2 febbraio 1975, dichiara Torre Guaceto zona umida di interesse internazionale.
  Nel 1987 il WWF Italia, su incarico del Ministero della Marina Mercantile, realizza il piano di fattibilità per l'istituzione di una riserva marina a Torre Guaceto che diventa realtà il 4 dicembre 1991 con decreto ministeriale dello stesso ministero. L'area marina protetta è affidata alla capitaneria di porto di Brindisi. Nell'ambito del programma comunitario "Natura 2000" e del relativo programma italiano "Bioitaly", la Regione Puglia ai sensi della Dir. 92/43 CEE "Habitat" propone Torre Guaceto come Sito di Importanza Comunitaria (pSIC) denominandolo Torre Guaceto Macchia San Giovanni (sigla IT9140005). Sempre la Regione Puglia individua la zona umida di Torre Guaceto come zona di protezione speciale (ZPS) (sigla IT9140008) ai sensi della Dir. 79/409 CEE "Uccelli". Per quanto sopra detto il Ministero dell'Ambiente con decreto ministeriale del 4 febbraio 2000 istituisce la riserva naturale dello Stato di Torre Guaceto. Il decreto istitutivo individua all'art. 4 l'organismo di gestione in un consorzio misto fra l'Amministrazione Comunale di Brindisi, l'Amministrazione Comunale di Carovigno e l'associazione protezionistica senza fini di lucro World Wildlife Italia-WWF Italia. Sempre nello stesso articolo il decreto individua nello stesso consorzio l'organismo di gestione della riserva naturale marina di Torre Guaceto.
Riserva naturale Le Cesine
  La riserva è l'ultimo tratto superstite della vasta zona paludosa che si estendeva da Brindisi ad Otranto. Il paesaggio naturale, vario ed interessante, è costituito dalle dune, dall'area palustre, dai canali di bonifica, dal bosco misto e dal lecceto, dalla macchia mediterranea e dalle zone coltivate. Si trova lungo una delle principali rotte migratorie e ospita numerosissimi uccelli acquatici Il litorale, in gran parte sabbioso, si estende per circa 6 km con piccoli tratti ciottolosi e a scogliera ed annovera numerose piante dunali (Ravastrello marittimo, Salsola erba-cali, Calcatreppola) mentre sulle sponde sabbiose, oltre ai gabbiani e numerosi limicoli, è facile osservare la bellissima Beccaccia di mare e all'imbrunire anche la volpe. Nelle aree forestali la vegetazione è costituita in prevalenza da pini d'Aleppo, leccio e cipresso; lungo i sentieri è presente l'eucalipto ed ai margini dei viali interni dell'Oasi vive la rarissima quercia spinosa. Le zone coltivate hanno una notevole importanza perché offrono abbondante nutrimento al cavaliere d'Italia, al mignattaio, alla cicogna bianca e alle gru. Durante l'inverno gli stagni sono affollati di moriglioni, codoni, volpoche, folaghe.
Golfo di Taranto
  Il Golfo di Taranto è il tratto di mare compreso tra Punta Ristola di Santa Maria di Leuca (LE) e Punta Alice. La linea di base che lo racchiude è lunga 60 miglia marine. Giuridicamente, il golfo è definito "baia storica" dal Decreto presidenziale n. 816 del 26 aprile 1977 e pertanto l'Italia lo ha sempre considerato come un mare interno facente parte delle acque territoriali sotto la completa giurisdizione dello stato. Il titolo storico posto a base del provvedimento italiano di chiusura del golfo, può essere individuato nel possesso dell'area da parte dei sovrani territoriali che si sono avvicendati nella zona, il cui esercizio fu reso possibile dalla conformazione del golfo, profondamente indentato tra la Puglia e la Calabria, e quindi controllabile dalle popolazioni locali in relazione alle loro esigenze di difesa e di sfruttamento economico. Esempio di tale possesso, è costituito dal trattato tra Taranto e Roma del 303 a.C. citato dallo storico Appiano, che vietava ai Romani di entrare nel golfo oltrepassando Capo Lacinio, la cui violazione da parte romana costituì nel 282 a.C. motivo di guerra tra le due città. L'esistenza di diritti di sfruttamento esclusivi è anche attestata da vari atti risalenti al periodo del Vicereame spagnolo del Regno di Napoli, a partire dal XVI secolo, ed al successivo Regno delle Due Sicilie, con cui fu riconosciuta alla popolazione tarantina la privativa della pesca nel golfo assoggettandola al pagamento di tributi doganali. Durante la I Guerra Mondiale, con Decreto legislativo del 24 agosto 1915 n. 1312, ne fu inoltre decretato il divieto di navigazione per ragioni militari. Il Parco naturale regionale Dune costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo si trova nell'Altosalento nei territori dei comuni di Ostuni e Fasano, entrambi in provincia di Brindisi.
  le gravine (la più grande è la Gravina di Castellaneta) che saranno inserite nel costituendo Parco delle Gravine importantissimi esempi di architettura del periodo Barocco e Romanico Reperti archeologici e gli Ori di Taranto esposti presso l'omonimo Museo Archeologico Nazionale i diffusi reperti preistorici (dolmen, menhir) e medievali (torri di guardia, masserie fortificate) l'area ellenofona della Grecìa Salentina